Ci sono porte pesanti sul cammino che porta al compimento del destino di un popolo, porte che si aprono in un senso solo: se le oltrepassi, non torni più indietro. “Lasciate ogni speranza o voi che entrate”, c’è scritto sulla porta dell’inferno, nel III canto della Divina Commedia. La nostra porta è quella che separa il mondo del prima, quello dove milioni di persone hanno inscritto nella pietra della Costituzione italiana i diritti inviolabili della persona, il mondo dove regna l’Articolo 21, da quello del poi, quello delle task force, quello dei governi che decidono quali pensieri convengono e quali sono pericolosi. Nel mondo del poi non ci sono più diritti ma solo doveri: il dovere di pensare secondo le indicazioni del potere costituito e dei suoi fedeli servitori: i sacerdoti del Pensiero Unico che irradiano le loro omelie a reti unificate dalle televisioni di Stato (pubbliche o private che siano). Quando si oltrepassa quella porta, la mascherina si trasforma in un bavaglio, i cittadini si trasformano in sudditi ubbidienti e i sotterranei si riempiono di pericolosi sovversivi incatenati a pesanti muri di pietra.
Per questo, quella porta non va oltrepassata mai. Per questo, il momento di fermarsi e rifiutarsi di entrare è adesso. Bisogna dire oggi che non si è d’accordo e che è inaccettabile attraversare quel varco. Oggi, perché domani sarà tardi.
Ascoltate le parole di Enrica Perucchietti, affidate #Byoblu24.