Le cose vanno male. Le promesse non vengono quasi mai mantenute. L'Italia è stata affondata da una stagione uscita dalla trama di un disaster movie. Il prossimo autunno potremmo accorgerci che il PIL è sprofondato del 12%, e che solo un deficit del 15% potrebbe tenerci a galla.
Di fronte a questo scenario lugubre, ci sono economisti che insistono nel volersi affidare ai complicati meccanismi messi a punto dall'Unione Europea, come il MES o il Recovery Fund, giudicati inefficaci perfino dalla Banca Centrale Europea (il primo) e ancora di là da venire (il secondo). Strumenti che in ogni caso prevedono prestiti e pesanti oneri di ristrutturazione sociale.
Altri economisti propongono soluzioni immediate, fattibili, di buon senso, che non prevedono di indebitarsi con soggetti esteri e non prevedono di cedere sovranità sulle politiche economiche e fiscali. Oggi ve ne presentiamo due: Fabio Conditi, presidente di Moneta Positiva, e Giovanni Zibordi, esperto di mercati finanziari.
Insieme a Conditi e Zibordi presentiamo oggi tre soluzioni che, da sole, hanno la capacità di salvare il Paese senza particolari controindicazioni. E soprattutto, restando liberi. Parliamo di un sistema per controllare il sistema bancario, il sistema fiscale e il debito pubblico composto da tre gambe: 1) un conto corrente bancario pubblico, sul modello della KFW tedesca; 2) i conti correnti di risparmio CdR presso il Tesoro, sul modello dei Conta de Poupança brasiliani; 3) i certificati di credito fiscale presso il MEF, il Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Oggi Zibordi e Conditi, intervistati da Claudio Messora, spiegano in maniera semplice di cosa si tratta.
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